La carie della prima infanzia (ECC) è definita come la carie dentale che si sviluppa precocemente nei bambini di età inferiore ai 6 anni e le si riconosce avere un effetto negativo sulla qualità della vita dei bambini in questione, soprattutto a causa del dolore e delle infezioni che da essa possono scaturire. L’identificazione precoce dei soggetti con elevato rischio di carie è importante anche al fine di minimizzare esperienze odontoiatriche negative e conseguente paura del dentista che si può trascinarsi anche in età adulta.
Sebbene la prevalenza di ECC vari a seconda delle parti del mondo, l’ECC è chiaramente un problema di salute pubblica importante da affrontare sia per i paesi in via di sviluppo che per i paesi industrializzati. Per cercare di risolvere questa problematica in prima linea troviamo la Svezia ove negli ultimi anni è stata riscontrata un’ incidenza notevolmente aumentata di ECC nei bambini di circa 3 anni alla loro prima visita odontoiatrica. Pertanto, è stato avviato un progetto di prevenzione su bambini di 1anno al fine di individuare i fattori di rischio di carie ed evitare che questi si tramutassero inevitabilmente in carie reale a 3 anni.
Secondo uno studio pubblicato su ACTA Odontologica Scandinavica, 2016 di nov-dic 2016 è possibile ridurre l’insorgenze di carie nei bambini di tre anni mediante un protocollo di prevenzione che prevede la visita odontoiatrica dei bambini già a 1 anno di vita e l’analisi dei fattori di rischio per la carie. Questo studio è stato condotto a Kalmar, in Svezia nella clinica odontoiatrica pubblica di Vidablick tra il 2002 e il 2010. Sono stati visitati 779 bambini di un anno di età, individuati i fattori di rischio per ECC e stabilito il punteggio di streptococco mutans orale (MS) in base al prelievo microbiologico da una superficie del dente o (nei bambini ancora in fase pre-dentale) dalla mucosa orale. E’ stato inoltre chiesto ai genitori dei bambini di compilare un questionario con domande riguardanti fattori familiari (fratelli con o senza carie), riguardanti la salute generale di loro figlio, le abitudini alimentari (pasti notturni, l’allattamento al seno, altre bevande oltre all’ acqua), le abitudini igieniche orali domiciliari e denti erotti già in arcata.
Questi stessi bambini sono stati quindi visitati a tre anni per l’individuazione di eventuali carie.
Dai risultati di questo studio è emerso che il rischio di carie a 1 anno è associato a carie effettiva a 3 anni (OR¼ 6,5, p = .002).
I fattori di rischio a 1 anno maggiormente associati a carie a tre anni sono risultati essere:
– assunzione di bevande diverse dall’acqua (OR¼ 7.1, p <0.001),
– carie nei fratelli o sorelle (OR¼ 4.8, p ¼ .002),
– elevato livello di MS a 1 anno (punteggio 2-3) (OR¼ 3.4, p ¼ .03) e
– pasti notturni (OR¼ 3.0,p ¼ .03)
In base a questo studio si è potuto constatare che le abitudini alimentari ed i fattori microbici sono determinanti nella valutazione del rischio di carie già a 1 anno di età. A seguito del protocollo di individuazione già a 1 anno dei bambini a rischio di carie, compito dei pediatri e degli odontoiatri è quello di istruire i genitori a seguire corretti protocolli alimentari e igienici per prevenire l’insorgenza precoce di carie a 3 anni.
FONTE: odontoiatria33