LA JOLLA, Calif., USA: il mal di testa, e l’emicrania in particolare, sono malattie ampiamente diffuse e hanno il potere di inficiare la qualità della vita di milioni di persone. Una nuova ricerca ha messo in luce come le persone che soffrono di emicrania mostrino un numero significativamente maggiore di microbi nella propria bocca.
Nello studio, i ricercatori hanno isolato batteri da 172 campioni orali e da 1.996 campioni fecali, scoprendo che la maggioranza di loro si divideva tra emicranici e non emicranici. Un’ulteriore analisi dei campioni orali ha messo in luce come i geni che codificano i nitrati, i nitriti e gli enzimi ossido nitrici fossero significativamente più abbondanti nei batteri emicranici.
I composti che contengono i nitrati sono stati identificati come responsabili del mal di testa. Possono trovarsi nel cibo, come la carne e le verdure a foglia verde, e in certe medicine. I batteri orali sono in grado di trasformare i nitrati in nitriti, i quali, una volta in circolazione nel sangue e sotto certe condizioni, possono essere convertiti in ossido.
Nonostante la ricerca indichi una potenziale correlazione tra i batteri che riducono i nitrati nella cavità orale e l’emicrania, sono necessarie ulteriori verifiche per stabilire se questi batteri siano la causa o la risultante delle emicranie, o ancora se vi sono indirettamente legati in qualche altro modo, hanno detto i ricercatori.
Secondo la Migraine Research Foundation, circa un miliardo di persone nel mondo (38 milioni solo negli Stati Uniti) soffrono di emicrania, rendendola la terza malattia più diffusa al mondo. In ogni caso, più della metà di queste patologie non è diagnosticata poiché gli individui non cercano cure mediche.
Lo studio, intitolato“Migraines are correlated with higher levels of nitrate-, nitrite-, and nitric oxide-reducing oral microbes in the American Gut Project Cohort”, è apparso il 18 ottobre su mSystems, un giornale open access pubblicato dalla American Society for Microbiology ed è stato condotto presso la University of California, San Diego School of Medicine.
FONTE: Dental Tribune