Una carenza di vitamina D durante la gravidanza predispone il nascituro a un maggior rischio di ipoplasie dello smalto e carie
Un recentissimo lavoro apparso sulla prestigiosa rivista Pediatrics, ha messo in relazione una carenza di vitamina D durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza e la presenza di carie registrata nei bambini all’età di 1 anno.
Partendo dal presupposto che livelli inadeguati di questa vitamina nella gestante possano influenzare la calcificazione degli elementi dentari decidui predisponendoli a ipoplasia dello smalto e all’insorgenza di lesioni cariose (Early Childhood Caries, ECC), è stato realizzato uno studio allo scopo di verificare su un campione di 207 gestanti tale associazione. Lo studio è stato disegnato come uno studio prospettico di coorte ed ha reclutato future mamme da una zona urbana economicamente svantaggiata. Le gestanti sono state sottoposte a un prelievo di siero per la determinazione dei livelli di 25-idrossi vitamina D, che rappresenta la più abbondante forma circolante di vitamina D. All’età di un anno i bambini sono stati sottoposti ad una visita odontoiatrica da parte di un esaminatore “cieco” rispetto ai valori sierici di vitamina D registrati nelle gestanti.
Il 33 % delle future mamme presentava livelli carenti di tale vitamina. Ipoplasia dello smalto è stata riscontrata nel 22% dei lattanti, mentre il 23% presentava lesione cariose di tipo cavitario. Se si prendevano in considerazione anche gli stadi iniziali di patologia (white spot), tale percentuale aumentava al 36%. Le madri dei bambini con ECC presentavano livelli di vitamina D significativamente inferiori rispetto a quelle i cui figli erano caries-free (P = .05). L’analisi statistica ha rivelato che l’ipoplasia dello smalto (P < .001), l’età infantile (P = .002) e bassi livelli vitamina D prenatale (P = .02) erano significativamente associati con la presenza di lesioni cariose. In conclusione questo interessante studio ha confermato che bassi livelli materni di vitamina D durante la gravidanza possono avere un’influenza negativa sulla dentatura decidua, predisponendola allo sviluppo di ECC.
Questo studio chiude un po’ il cerchio rispetto a una serie di situazioni che possono predisporre i bambini più piccoli alla carie. Infatti in un altro recentissimo studio (Gernand AD, Simhan HN, Caritis S, Bodnar LM. Maternal vitamin D status and small-for-gestational-age offspring in women at high risk for preeclampsia. Obstet Gynecol. 2014;123:40-8.) è stato riportato che mamme con carenza di vitamina D durante la gestazione avevano un maggior rischio di partorire un bambino con basso peso alla nascita rispetto all’età gestazionale. Inoltre è stato ormai verificato che bambini con basso peso alla nascita hanno un rischio maggiore rispetto ai normo-peso di presentare ipoplasie dello smalto (Masumo R, Bårdsen A, Astrøm AN. Developmental defects of enamel in primary teeth and association with early life course events: a study of 6-36 month old children in Manyara, Tanzania. BMC Oral Health 2013 14;13:21) e la presenza di queste anomalie rappresenta a sua volta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di lesioni cariose, specie in soggetti provenienti da nuclei famigliari con basso livello socio-economico.
Alla luce di tutto ciò appare evidente come le patologie del cavo orale vadano considerate ed affrontate sempre più in un’ottica più generale di salute.